interviste

INTERVISTA ALL’AUTORE LUIGI RINALDI

LE INTERVISTE DEL SALOTTO

Bentornati agli appuntamenti del martedì con le interviste del Salotto Letterario. Oggi siamo nuovamente in compagnia di Luigi Rinaldi che ci parlerà di Oscuro prossimo venturo, antologia a cura dell’associazione RiLL – Riflessi di Luce Lunare.

Ciao Luigi, bentornato nel mio Salotto e grazie per essere di nuovo qui con noi oggi. Per tutti i nostri lettori che ancora non ti conoscessero, potresti raccontarci qualcosa di te?

Grazie a te, Caterina. Sono romano, classe 1967, e integro al lavoro di docente nelle scuole superiori la libera professione di Chimico (finché ce la faccio…). Tra i vari interessi, quando il tempo me lo consente, scrivo (per lo più SF).

Facciamo un tuffo nel passato e torniamo al 2018, all’uscita di Oscuro prossimo venturo, antologia a cura dell’Associazione RiLL – Riflessi di Luce Lunare. Potresti dirci qualcosa su questa antologia e su cosa ha rappresentato per te?

Beh, si è trattato della mia prima antologia personale (senza contare un romanzo self publishing messo in rete quasi per accidia). Prima di allora avevo pubblicato solo racconti in raccolte con altri autori: quindi, già per questo motivo sono assai affezionato ad Oscuro Prossimo Venturo. E poi, OPV mi ha permesso di conoscere tante persone interessanti nel panorama italiano del fantastico a cominciare da Alberto Panicucci, senza il quale l’antologia non avrebbe mai visto la luce. 

Qual è il significato del titolo?

Alberto mi aveva fatto notare che molti dei miei racconti giunti finalisti al Premio Rill (a dir la verità, tutti) avevano in comune l’elemento distopico. Dato che alcuni di essi sono ambientati in un futuro più o meno prossimo, il titolo è uscito per inerzia. Ritengo sia quasi perfetto nel rappresentale l’antologia (anche se vi sono racconti che esulano dal tema, come Hidden).

Qual è il tuo rapporto con il genere fantascientifico e come si è evoluto (se lo ha fatto) nel corso del tempo?

Tornerei agli anni 80 solo per rivivere la suggestione del Cyberpunk, un genere che ha rappresentato tanto per me (e non solo per la mia formazione, diciamo così, letteraria). Per me c’è un Rinaldi prima e un Rinaldi dopo aver letto New Rose Hotel e più in generale dopo aver letto l’antologia La notte che bruciammo Chrome di Gibson. Oggi, per me, il Cyberpunk non esiste più (poiché non esiste più l’imminenza e la sensazione dell’imminenza di una rivoluzione informatica). Ma la SF, come è ovvio, non è solo Gibson. Come per una squadra di calcio, l’amore per la SF è scoppiato in me quando ero un bambino: quindi è viscerale e non teme crisi.

Quali sono gli elementi sui quali preferisci concentrarti maggiormente quando scrivi?

La cosa che ripeto spesso è che cerco di scrivere quello che vorrei leggere. Al di là dell’idea e di una trama solida, quando invento una storia mi preoccupo assai di approfondire i personaggi e i rapporti umani che si susseguono. Non c’è dubbio che tra Lem e Asimov preferisca di gran lunga il primo. Non avendo poi avuto in dote una forma ottimale (e la cosa mi è stata spesso rinfacciata nel WEB) dedico molto tempo a rimettere a posto le cose. Soprattutto, però, mi preoccupo che ogni mia storia, breve o lunga che sia, non annoi mai il lettore e lo costringa a girare pagina per vedere che succede. Questo è quello che mi propongo, poi che ci riesca o meno è un altro aspetto.

C’è un racconto di Oscuro prossimo venturo del quale ti piacerebbe parlarci? E perché?

Beh, per ogni racconto dell’antologia avrei molte cose da dire. Ma vediamo, uno in particolare… Ecco, Parole Proibite tratta un argomento che tutto sommato è un cliscé della SF ucronica, ovvero la vittoria dei nazifascisti nella WW2. Alla prima stesura, quindi, buttai giù una Roma alternativa del 2015. Le piazze, le vie… Poi, la gente: provavo a immaginare come potesse essere la cultura giovanile. E non ci riuscivo. Non ci riuscivo e ho capito solo in un secondo momento il perché: non ci riuscivo perché una cultura giovanile non potrebbe mai esistere sotto un incubo del genere. Non a caso, il ragazzo protagonista è un prodotto nel suo tempo ed è sia vittima sia carnefice di quello che accade alla fine e può prendere autocoscienza solo nei sogni.

Progetti futuri?

Sto scrivendo un nuovo romanzo SF, piuttosto singolare per il tema (ma per proporlo in giro ce ne vorrà ancora di tempo). Poi, se tutto va bene, dovrei vedere pubblicato tra non molto un mio romanzo all’estero: ma di questa cosa, per ora, non voglio scendere nei dettagli. Vedi, nonostante io sia un uomo razionale (sono un arido chimico) sono anche assai scaramantico. Unitas oppositorum, per dirla alla Lem!

Grazie a Luigi Rinaldi per essere stato in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che Oscuro prossimo venturo è disponibile sul catalogo RiLL e sui maggiori store online.

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