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INTERVISTA ALL’AUTRICE CHIARA NATOLI

LE INTERVISTE DEL SALOTTO

Bentornati ai puntualissimi appuntamenti con le interviste del giovedì del Salotto Letterario e del Salotto Creativo del gruppo Facebook MyMee-Express Yourself. Oggi conosciamo Chiara Natoli, autrice di Iron Lotus per la casa editrice Dialoghi.

Ciao Chiara, benvenuta nel mio Salotto e grazie per essere qui con noi oggi. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao! È un piacere essere qui! Inizierei col dire che sono un’appassionata di Giappone e di storie in qualsiasi forma, dai libri ai fumetti, passando per i videogiochi e i GDR. Sono una nerd insomma. La mia vita lavorativa è iniziata in modo abbastanza banale, in ufficio, per poi cambiare radicalmente e gettarmi nel campo della produzione cinematografica e della sceneggiatura. Ho lavorato e lavoro ancora con alcune realtà locali. E poi mi sono iscritta all’università per studiare giapponese! Un bel cambio insomma. Ma la passione per le storie c’è sempre stata, fin da piccola. Così, mentre accadeva tutto questo, ho studiato scrittura, sia frequentando dei corsi che da autodidatta, volevo essere in grado di far conoscere a tutti le storie che creavo. Ho iniziato tardi, ma penso che se vuoi davvero fare qualcosa, nessuno può fermarti.

La tua più recente pubblicazione è Iron Lotus per la casa editrice Dialoghi. Potresti presentarcela brevemente?

Iron Lotus – a cyberpunk song è il mio romanzo d’esordio. È un romanzo cyberpunk, sottogenere della fantascienza, che racconta la storia di Ian Coldarm Rider, un agente speciale con troppe cybermod. Durante la sua ultima missione, salva la vita a Blu, una giovane dall’aria innocente che nasconde un segreto: il suo corpo è difettoso, rigetta le cybermod. Sull’orlo della psicosi, Ian viene riassegnato al reparto investigativo e messo sul caso dell’Eradicatore, uno dei peggiori serial killer degli ultimi tempi. L’incontro tra Ian e Blu si trasforma rapidamente in un’unione sempre più intensa e pericolosa man mano che i loro segreti vengono alla luce. Tra indagini complicate, sospetti rivolti ai colleghi, l’interferenza del culto che venera la cibernetica e il costante timore di perdere la ragione, Ian si troverà coinvolto in una lotta su più fronti, anche contro sé stesso.

Chi sono i personaggi principali e cosa rappresentano per te?

I personaggi principali sono due, Ian il protagonista e Blu la coprotagonista. Diciamo che vengono un po’ spoilerati subito nella quarta di copertina, ed avendone già parlato qui sopra, non mi dilungherò nella loro descrizione. Ma ci tengo a “spiegarli”, perché ci ho lavorato molto. Sono entrambi degli emarginati, dei “diversi”. Ian lo è perché viene allontanato dal suo ruolo, in cui si identifica completamente, a causa delle conseguenze che questo ha su di lui. Blu lo è fin dalla nascita invece, perché non corrisponde al modello di persona che la società impone. Si tratta di qualcosa di universale in cui tutti possiamo identificarci in un modo o nell’altro. Ma soprattutto è importante il fatto che sono due opposti, in qualsiasi verso li si guardi, eppure sono complementari. Rappresentano due possibilità e due tipi di lotta completamente diverse. Tutti noi lottiamo contro qualcosa, contro noi stessi o contro ciò che ci viene imposto e fatichiamo a restare a galla. Puoi lottare più forte e forse vincere o forse no o puoi accettare la diversità e forse annegare del tutto o forse emergere. Non siamo tutti guerrieri e la scelta è sempre e solo nostra.

Qual è il tema portante del romanzo e in che modo si intreccia al messaggio che vuoi trasmettere al pubblico?

Il tema del romanzo è la comprensione. Non solo di ciò che è diverso, ma anche di ciò che temiamo di più, noi stessi. Comprendere e accettare è l’unico modo per fare un passo avanti, per evolversi sia come individui che come società. Credo che ogni narrazione debba avere un tema su cui far riflettere, ma anche un messaggio da condividere. E il messaggio che voglio dare attraverso questo romanzo è un monito che viene dichiarato esplicitamente con una domanda-avvertimento posta alla fine del libro:

We are indestructible bodies

We are fragile minds

Will we be again fragile bodies?

Will we be again indestructible minds?

Che tipo di stile e di linguaggio hai utilizzato e perché?

Ovviamente il romanzo è in italiano, ma è un linguaggio di strada, a tratti sporco e volgare, che si adatta a ciascun personaggio. Essendo scritto dal punto di vista del protagonista, è suo il modo di esprimersi e di vedere le cose. Lo stile è veloce, diretto, dà un ritmo molto sostenuto che travolge e trasporta fino alla fine. Ho giocato un po’ con i linguaggi e questo rende tutto particolare e diverso. I testi delle canzoni sono in inglese, mentre i comandi dell’elettronica sono in un linguaggio ibrido italiano-inglese. E la forte caratterizzazione dei personaggi ha fatto sì che a volte, a qualcuno di loro scappi una frase in giapponese. Ma non c’è da spaventarsi, sono davvero poche e ci sono le traduzioni a fondo pagina! Penso di voler sottolineare qui che, per snellire la narrazione, molti termini tecnici non vengono “descritti” nel testo, ma alla fine del libro c’è una legenda utilissima.

Quali sono i principali simboli e metafore di Iron Lotus?

Simboli e metafore sono fondamentali per la completa comprensione del romanzo credo. Partendo dal titolo “Iron Lotus” cioè Loto di Ferro, dalla copertina di colore blu, gli stessi personaggi Ian e Blu e i loro rispettivi rapporti con la cibernetica. Tutto è collegato e interconnesso. E tutto ha un significato che si può ritrovare nella canzone finale, che è una sorta di metafora della storia stessa. Posso dire che il colore blu, simbolo di saggezza e misticismo, è ricorrente, come una meta cui aspirare inconsciamente. E se diventa quindi palese che il nome di Blu sia importante, lo è anche quello di Ian, perché deriva dal dio Giano/Ianus. Non posso dire di più, altrimenti finiamo nello spoiler! Il loto invece, è simbolo di purezza, ma un loto di ferro è qualcosa di contaminato e artificiale, un sostituto più resistente e imperituro forse, ma non necessariamente migliore.

Che ruolo riveste la musica all’interno del romanzo e perché?

La musica è come un filo conduttore, un mezzo che trasporta il messaggio, ed attraversa l’intera narrazione. Mi piace dire che questo romanzo è come una corsa in moto con la musica nelle orecchie! A inizio di ogni capitolo c’è sempre una frase o qualche riga, che possono essere lette tutte insieme, come fossero una storia dentro la storia. E di fatto è un un’unica scena che temporalmente avviene a fine romanzo: un’intervista inframmezzata dall’ascolto di brani musicali del gruppo Iron Lotus che è presente nel racconto. Inoltre il romanzo si conclude con il testo della canzone omonima che dà il titolo al libro stesso. Le parole del messaggio di cui abbiamo detto prima, sono un pezzo di questo brano. Perché ho voluto affidare un ruolo così importante alla musica? Perché credo che la musica sia un incredibile veicolo di emozioni e sensazioni. Io stessa quando scrivo ascolto sempre della musica, di solito metal e rock.

Che ruolo ricopre, invece, a tuo avviso, il cyberpunk al giorno d’oggi?

Ah è una domanda davvero difficile! O forse è la risposta ad essere complessa. Per prima cosa specifico che parliamo di letteratura cyberpunk e non di estetica cyberpunk. A mio avviso, il cyberpunk è un genere ancora sottovalutato, ma quando inizi a conoscerlo un po’ ne comprendi le immense possibilità. Ho letto tempo fa, da qualche parte, un bellissimo articolo che parlava proprio di questo argomento e credo fosse molto cyberpunk la sua conclusione che definiva il cyberpunk morto. Io personalmente non credo lo sia. Ma credo sia cambiato. Il cyberpunk degli anni ’80 non può essere quello dei giorni nostri, proprio perché era nato con un messaggio che oggi non può più definirsi attuale. Il cyberpunk “denuncia”, denuncia qualcosa. Cosa abbiamo da denunciare oggi quando ormai le grandi aziende/corporazioni controllano il mercato, quando esistono già i primi esperimenti di chip impiantati nel cervello? Altro. Ho letto un saggio di un docente universitario di robotica in cui si paragonava l’uomo odierno alle chiocciole. Noi siamo il corpo molle e il nostro guscio è la tecnologia. Abbiamo demandato esternamente cose che prima facevamo noi. Ed è verissimo, basta pensare al più banale degli esempi: chi di noi ricorda ancora qualche numero di telefono a memoria? Credo che il cyberpunk oggi abbia la possibilità di “denunciare” il nostro decadimento. Abbiamo cercato la forza e la capacità all’esterno di noi stessi divenendo più deboli che mai. Quindi credo che il ruolo del cyberpunk oggi non sia cambiato, ma che sia cambiata la direzione in cui guardare.

Progetti futuri?

Bella domanda! Ho sempre mille idee per la testa e poco tempo per fare tutto! A parte gli scherzi, parlando di cose concrete, sto iniziando un nuovo romanzo, sempre cyberpunk. Voglio continuare a scrivere storie di questo genere letterario. Parteciperò sicuramente a qualche fiera, ma i dettagli sono ancora tutti da decidere! E infine sto cercando di sviluppare un po’ il profilo Instagram, non solo per me stessa, ma anche perché vorrei fosse un ritrovo per appassionati del genere. Beh insomma, per chi vuole, ci vediamo lì  ; )

Grazie a Chiara Natoli per essere stata in nostra compagnia oggi. Vi ricordo che Iron Lotus – a cyberpunk song è disponibile in tutti i maggiori store on-line e in tutte le librerie su ordinazione.

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