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LA BIBLIOTECA ORIENTALE DEL SALOTTO: OMBRELLO SMARRITO

LA BIBLIOTECA ORIENTALE DEL SALOTTO

Paolo Ferrara, Ombrello smarrito, Delos Digital

Collana La Via della Seta a cura di Caterina Franciosi

L’AUTORE

Nato a Bologna, classe 1977, Paolo Ferrara ha fatto ogni genere di lavoro e ha frequentato corsi di fumetto, teatro, doppiaggio. Ha preso un Master in Tecniche della Narrazione presso la Scuola Holden di Torino. Insegna storytelling per varie realtà e ha una cattedra di Storytelling per i Media allo IAAD di Torino. Come freelance ha sceneggiato alcuni suoi cortometraggi che sono stati selezionati in diversi festival internazionali; ha inoltre scritto un episodio del Terzo Indizio per Mediaset e un paio di videogame per Tiny Bull Studios. Ha pubblicato opere di narrativa, narrativa per bambini (con case editrici quali Sága Edizioni, Epika Edizioni, La Strada di Babilonia, Milena Edizioni e Kalimat Group, quest’ultimo editore degli Emirati Arabi Uniti) e fumetti (Jundo Comics, Shockdom, La Revue Dessinée Italia). Da più di venti anni è conduttore e autore radio/podcast (come per Radioohm.it  e Sonocoseserie.it) e collabora come recensore e articolista per diverse riviste digitali e non (tra cui Lo Spazio Bianco), parlando soprattutto di fumetto, serie TV e cinema. Ha diversi progetti in arrivo in vari media: qualunque cosa pur di raccontare storie. Per Delos Digital ha pubblicato: Liam & Kirby: On Off (collana Robotica.it), Le altre stelle (collana Innsmouth) e L’ultima profezia dell’Hitokai (racconto contenuto nell’antologia Yokai. Creature straordinarie del Giappone per la collana La Via della Seta).

LA TRAMA

Si può aver paura di un ombrello?

Arisa è una studentessa universitaria di madre italiana e padre giapponese. Vive a Milano con due coinquiline e si sente spaesata, un po’ fuori dal flusso del mondo. E ora si sente anche perseguitata. C’è qualcosa, una sorta di una presenza che sembra osservarla, seguirla, pedinarla. Una presenza anacronistica per le strade della città che pare uscita da uno dei vecchi libri di yokai che le leggeva sua nonna quando era piccola. Possibile che la vita di Arisa sia infestata da un karakasa?

LA RECENSIONE

Le prime a rendersi conto della bizzarra presenza sono le sue narici. Si sollevano in autonomia e in una leggera increspatura, come se potessero davvero evitare quella prima manifestazione. L’odore si arrampica circospetto come un topo d’appartamento, raggiungendo le schizzinose froge e insinuandosi all’interno, persino un po’ insolente, nella consapevolezza che tutto quell’agitarsi non possa fare nulla per impedirgli l’intrusione. Non sono altro che due tonde porte spalancate. Una volta entrata, però, la violazione guadagna la completa attenzione di Arisa. L’intero viso della ragazza si contorce in una plateale smorfia di disgusto. La contrazione sul piccolo viso sembra non lasciarle più spazio sufficiente ai pensieri, che le scivolano via dalla testa senza che riesca a trattenerli. Non erano che futili riflessioni in libertà, in rincorsa alle immagini che vede scorrere senza guardare oltre i vetri macchiati del bus. Eppure l’infastidisce esserne strappata, soprattutto da qualcosa di così poco gradevole.

Arisa è una studentessa italo-giapponese che vive a Milano. In apparenza, è una ragazza come tante altre, ma in realtà Arisa si sente da sempre fuori luogo. Non riesce a trovare il proprio posto nel mondo, non si sente né italiana né giapponese, e solo uno strano incontro l’aiuterà a intraprendere la strada più giusta per lei.

Con Ombrello smarrito, Paolo Ferrara tratteggia una storia dai toni delicati, a tratti ironici, ma dai risvolti intensi e di grande intensità. Arisa è simbolo e metafora dei dubbi e delle incertezze che affliggono tutti noi, seppur in diversa misura, e lo strano ombrello – un karakasa, uno yokai a forma di ombrello del folklore orientale – diventa una sorta di mezzo, di “specchio” nel quale riflettersi, riflettere e trovare infine sé stessa.

Ombrello smarrito è un racconto dai confini sottili, che può essere letto e apprezzato sotto differenti punti di vista, da quello a scopo “di puro intrattenimento” a quello più riflessivo e introspettivo. L’autore mescola inoltre, in maniera equilibrata, elementi e dettagli appartenenti sia al mondo occidentale che a quello orientale, dando vita a un’interessante commistione di generi e toni che ben evidenzia i tratti peculiari di ciascuna cultura, sempre nell’ottica di mettere in luce Arisa e i suoi conflitti interiori nonché alcuni elementi tipici e iconici della tradizione giapponese. Ombrello smarrito si rivela così una lettura ricca di sfaccettature, che non mancherà di affascinare il pubblico e catturarlo fin dalle prime pagine.

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