la via della seta, segnalazioni

IL SALOTTO PRESENTA: L’ISOLA TE ASHI

IL SALOTTO PRESENTA

Luigi Rinaldi, L’isola Te Ashi, Delos Digital

Collana La Via della Seta a cura di Caterina Franciosi

L’AUTORE

Luigi Rinaldi è nato a Roma nel 1967. Laureato in Chimica, attualmente vive e lavora in provincia di Roma come insegnante e libero professionista nel settore dei rifiuti industriali. Scrive da diversi anni e ha raccolto diversi riconoscimenti. Tra i più rilevanti: si è classificato finalista al Premio Galassia  Città di Piacenza nel 2006; si è classificato al terzo posto nel Premio Alien 2006; ha vinto il Premio Robot nel 2010 con il racconto Hidden, finalista anche al Premio Italia; è arrivato finalista al Premio Urania Mondadori (2011) e al Premio Odissea (2014) col romanzo Hakkakei; è stato plurifinalista al Premio RiLL e ha pubblicato l’antologia Oscuro Prossimo Venturo (Wild Boar, 2018); è presente nell’antologia Altri futuri (finalista al Premio Italia 2020 e al Premio Vegetti 2020) con il racconto Prova di Recupero; ha vinto il Premio Odissea nel 2021 con il romanzo Blu Espero (Delos Digital); ha vinto il Premio Odissea nel 2023 con il romanzo Onda Omologica (Delos Digital). Il suo racconto La gru e la tartaruga è presente nell’antologia Yokai. Creature straordinarie dal Giappone, relativa alla collana La via della seta (Delos Digital). Sposato con Yumi (traduttrice dall’inglese al giapponese di diversi romanzi dello scrittore Scott Mariani), ha collaborato come copywriter italiano con la casa editrice Engine Room.

LA TRAMA

Un’isola misteriosa e maledetta. Un gruppo di ragazzini che stringe un patto per conquistarla.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la fama oscura di una piccola isola maledetta antistante il porto  l’isola Te Ashi  turba la vita tranquilla di un villaggio di pescatori. Durante un gioco di esplorazione, sulla sommità di una collina a strapiombo sul mare, quattro ragazzi fanno una scoperta eccezionale. Shir, il leader del gruppo, si propone di usare gli oggetti trovati per sfatare una volta per tutte il mistero dell’isola Te Ashi e liberare così il villaggio dal terrore che la circonda. Ma sull’isola c’è qualcosa che, forse, non fa davvero parte del regno degli umani, qualcosa di oscuro e tremendo e che reagisce con forza agli intenti dei ragazzi. La vicenda si sviluppa, così, nel tempo e la resa dei conti  forse  avverrà solo ai nostri giorni. Il racconto lungo è ispirato alla celebre leggenda di Momotaro, il ragazzo della pesca.

ESTRATTO

Da quel che mi raccontò di lui e da quello che di lui ebbi a conoscere, Shirō aveva avuto fin da piccolo un interesse morboso per l’isola Te Ashi e, aggiungo, se qualcuno tra gli adulti se ne fosse accorto, avrebbe capito fin da subito che questo interesse era troppo smisurato per non essere a dir poco sospetto.

Quando la mamma, prima del tramonto, portava in braccio Shirō sulla banchina del porticciolo per veder tornare il babbo dalla battuta di pesca, non c’era modo di distogliere la sua attenzione da quell’enorme scoglio, così vicino e pure così lontano.

La mamma, sollevata perché i kami avevano ancora una volta salvato il suo sposo dal mare, gli indicava con entusiasmo la barca avanzare lenta e stanca verso riva come dopo una lunga battaglia vinta.

Ma Shirō, nonostante volesse un gran bene al babbo, girava la testa da tutt’altra parte, poco più a sud rispetto al porticciolo, ossia verso l’oggetto del suo strano interesse, come se fosse la cosa più bella che la sua ancora breve vita gli avesse concesso di vedere. Eppure, l’isola Te Ashi non era affatto interessante. Lunga circa cento metri e larga venti, era un grosso bitorzolo nel mare delimitato da un nutrito numero di guglie e anfratti che ne rendevano impossibile l’approdo, sempre ammesso qualcuno avesse avuto interesse a farlo.

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